venerdì 11 marzo 2016


Il Progetto Terra Franca nasce con l'intento di dimostrare che i borghi storici possono diventare esempi concreti di nuovi paradigmi economici, luoghi ideali ferventi di vita, arti, mestieri e cultura. Castelfranco, come tutti i borghi storici d'Italia ha tesori architettonici, paesaggistici, agricoli, artistici, artigianali, gastronomici.
 Vogliamo recuperali insieme alla consapevolezza dei nostri talenti individuali per creare arte di vivere, in dialogo e in rete con altre realtà virtuose.

Stiamo cercando di creare una microeconomia locale. Lo facciamo con molti mezzi: con gli studi della Fondazione Terra Franca - Il Paese che Vorrei Onlus, che ha organizzato nell'autunno scorso il Festival delle Economie del terzo Millennio, con una sensibilizzazione locale su cosa significhi qualità della vita, con il lavoro dell'Associazione Terra Franca che cerca di creare un tessuto sociale cooperativo.

Ti serve un posto accogliente nel cuore della Toscana per tenere una conferenza o un evento? Un seminario anche residenziale, un laboratorio artistico, un corso di cucina? Un posto per fare formazione dove si mangi bio e locale? Per organizzare una residenza d'artista? Hai trovato ciò che fa per te. Sei un artista che vuole condividere la sua arte e fare una mostra nella nostra Vetrina delle Arti sulla piazza del paese? Sei un artigiano che fa cose belle e vuoi farle conoscere? Scrivici e raccontaci il tuo progetto. Abbiamo tanti spazi per te ed il desiderio di ampliare il nostro bel progetto culturale che puoi vedere sulla pagina FB Terra Franca, su quella Festival delle Economie del Terzo Millennio, o su www.terrafranca.org  Insieme si può!

Shumaker College è il nostro altissimo modello a cui tendiamo!

giovedì 10 marzo 2016

PROGETTO TERRA FRANCA – basi fondanti



BASI FONDANTI
Economia non è finanza ma svipuppo di un sistema di creazione e scambio di tutto ciò che serve alla vita.
Benessere non è accumulo ma tranquillità interiore, salute, rete di buone relazioni e utilizzo dei beni necessari alla vita materiale e spirituale; quindi qualità di cibo e alloggio, di vita sociale, di vita culturale.
Parità non è uguaglianza, ma è mettere tutti in grado di sviluppare la propia unicità. Tutti gli esseri hanno pari diritti, ma ogni essere è unico e deve essere messo in grado di conoscere e sviluppare quella combinazione di caratteristiche e talenti che è solo sua.
Il livellamento verso il basso (socialismo- società dell'uguaglianza dei bisogni e della loro soddisfazione ) o verso l'alto ( capitalismo- società competitiva , vince il più forte) hanno sempre agito sull'adeguamento dell'individuo a standard imposti dall'alto.
Invece la ricchezza degli esseri umani sta proprio nella possibilità di esprimere, ciascuno in modo personale, ciò che va oltre l'istinto o lo standard di espressione della propria appartenenza ( uguale per tutti nel regno animale, vegetale e minerale) . Poiché ogni essere umano privilegia nella sua crescita solo alcuni talenti, da solo non potrà mai raggiungere la completezza. Unito agli altri esseri umani, ciascuno con talenti diversi, in un gruppo collaborativo, ognuno può coltivare se stesso e nello stesso tempo godere di quelle capacità che gli altri appartenenti al gruppo offrono.
In questa visione la dualità più o meno conflittuale tra individuo/individuo e individuo /società non ha più ragione di esistere in quanto sia i singoli individui che la società traggono vantaggio dalla specificità e unicità del singolo essere umano.
Lo stesso principio vale per i luoghi: ogni luogo è unico e deve essere messo in grado di esprimere il meglio di se stesso.
Se osserviamo la perfezione della natura vediamo facilmente che il concetto di biodiversità è fondamentale.
Perchè un prato fiorito è così affascinante? Per l'abbondanza e varietà di diverse forme. Il prato sarà tanto più bello quanto più varietà ci sarà e quanto più i singoli fiori saranno singolarmente belli (cioè come esseri umani daranno il meglio di sé).
La biodiversità del prato costituisce un sistema sinergico dove le singole erbe stanno bene insieme. Così dobbiamo fare anche noi esseri umani: dobbiamo metterci in un sistema collaborativo di relazioni, perchè da soli si muore, specialmente in tempi difficili.

Biomimesi, blue economy, economia del bene comune, economia collaborativa, cooperative di comunità, paesi come monasteri del 3° millennio, sono tutti concetti che tentano di superare le divisioni: materia e spirito, forma e contenuto, individuo e società, abbondanza e condivisione, bellezza e utilità per arrivare a nuovi paradigmi che permettano agli esseri umani di vivere sul pianeta in pace e tranquillità.



venerdì 4 marzo 2016

Eccoci di nuovo!


Eccoci di nuovo! Dopo molte ricerche, molti tentativi e tanti anni di silenzio impiegati a studiare e riflettere, il blog riprende perchè abbiamo finalmente avviato un progetto vero che si chiama TERRA FRANCA - DOVE SI PIANTANO I SOGNI PER TERRA.
Siamo a Castelfranco di Sopra ( oggi Castelfranco Piandiscò), nel Valdarno, a 30 km da Firenze e alle pendici di Pratomagno.
Terra Franca è un progetto che riunisce un'associazione e una fondazione con grandi visioni: Un borgo ideale con un’alta qualità di vita dove tutto ciò che serve è a portata di mano, dove nutrirsi della convivialità, della bellezza, della natura e dell’arte. Vuole studiare un nuovo paradigma socio-economico fondato su un’economia “sinergica” dove ogni singola parte contribuisce in maniera determinante al tutto, persegue il benessere psico-fisico delle persone, e un nuovo senso di appartenenza e connessione al pianeta. 
Il borgo scelto è Castelfranco di Sopra ( ora Castelfranco Piandiscò), nel cuore della Toscana, paese in ottima posizione, a solo 30 km da Firenze. Ha le montagne alle spalle, una bella piazza, e tante case vuote che potrebbero ospitare nuovi residenti.
Abbiamo già fatto tanto, come il Festival delle Economie del terzo Millennio e il CondominioArteBenessere ( vedi pagine FB omonime) ma si può fare molto di più con l'apporto di persone valide. Il nostro sito nuovo sarà pronto a breve.
Il sogno è riunire in questo paese artisti, filosofi, scienziati, agricoltori, artigiani tutti accomunati dal desiderio di creare un luogo di relazioni sane e nutrienti, adatto alla vita umana e alla civiltà.
Abbiamo bisogno anche di testimonial, persone conosciute che sostengano la nostra causa per il bene comune. Questo è un appello: condividete, contattateci, venite a vedere, perchè insieme si può!

venerdì 8 gennaio 2016

sempre dalla newsletter VIRIDITAS

Editoriale GENNAIO 2016

 

L’inizio di un Anno Nuovo si carica sempre di tutte le nostre speranze in un miglioramento qualsiasi, per noi, per le persone a cui siamo connessi, per il mondo. Sembra che l’interesse delle persone si sposti sempre di più verso il mondo, mettendo in seconda istanza quello personale. Molte delle lettere a Babbo Natale, appese all’Albero di Natale nella Stazione di Firenze, chiedevano dopo la macchina nuova, l’amore e tanti soldi, la pace nel mondo. Soprattutto le lettere dei bambini! La situazione attuale non è rosea ma non è peggiore di altre precedenti nella Storia (veda le previsioni astrologiche 2016). La nostra costanza nello stigmatizzare gli aspetti negativi ci rende cechi oltre modo, in quanto non siamo in grado di cogliere tutti i cambiamenti positivi che stanno accadendo, come giustamente afferma Gustava Tanaka nel suo articolo (veda link sotto). Il contributo migliore che possiamo dare a questo cambiamento in atto, è di essere ciò che siamo veramente. Abbiamo convissuto per così tanti anni con la credenza che il meglio da raggiungere era al di fuori di noi, che alla fine siamo entrati nella pelle di personaggi fittizi, giocando il gioco imposto, senza tirare fuori le nostre qualità e talenti, senza potere essere come siamo venuti al mondo. Tutti gli ambiti della società industrializzata ci programma perché diventiamo “accettabili” e “neutri” attraverso varie forme di omologazione: la scuola, l’università, l’economia, la religione, la politica. Una domanda inquietante tuttavia si impone: se fossimo veramente noi stessi, chi saremmo? Come andrebbe questo mondo?                                              
Nel principio di Indeterminazione, enunciato nel 1927 da Heisenberg, troviamo una buona metafora: una particella (una forma di energia) esiste nella sua potenzialità, nell’attesa di essere osservata e di trasformarsi in ciò che si pensa di lei… Ciò significa che l’osservatore di questa particella, mentre la osserva la influenza, la condiziona attraverso il suo pensiero, la sua cultura e le sue credenze. L’interpretazione che diamo agli eventi, le etichette che diamo e riceviamo, il giudizio fatto sulle persone e le cose, sulla vita e le sorti del mondo, sono i grandi distruttori delle nostre potenzialità. Tuttavia è un processo reversibile! Possiamo guardare a queste particelle con amore e fiducia, permettendole di rivelare il loro illimitato potenziale. Spesso è un tempo di crisi e di grandi difficoltà che rompe gli schemi vincolanti e rivela la nostra infinitezza. Ovviamente non succede a tutti nello stesso momento. Ci sono ancora dei “predatori” che vogliono metterci in gabbie, ci sono delle “prede”, terrorizzate da spazi di libertà, che vogliono la sicurezza della gabbia. Ma la coscienza di essere parte di un Tutto più grande della somma dei suoi componenti, si allarga sempre di più, e ci chiede di mettere i nostri talenti, il nostro genio, la nostra creatività, la nostra generosità in ballo. Dobbiamo avere il coraggio di uscire dai binari prestabiliti e di camminare a piedi per monti e valli, osservando la bellezza di questo pianeta e la bellezza di questo potenziale che abita in ogni essere umano, in ogni creatura vivente, in ogni pietra. Ancora un po’ di crisi sarà necessaria per arrivare a qualche risultato tangibile, ma possiamo iniziare ad immaginare, creando virtualmente il mondo dove gli individui possono sentirsi in connessione tra di loro, con la Natura, con il loro spirito. Come disse Goethe: «qualunque cosa tu possa fare o sognare, comincia. L’audacia reca in sé génialità, magia e forza. Comincia ora».

 
Marie Noelle Urech
Viriditas

giovedì 10 dicembre 2015

Editoriale dicembre 2015 - Newsletter viriditas

I valori perduti dell’Occidente

Gli ultimi eventi mondiali risuonano ancora dentro di noi, lasciando spazio ad una riflessione più calma, meno emotiva e più profonda. Il fenomeno dell’ISIS ci richiede un esame attento perché sarebbe ingenuo credere che sia il frutto mostruoso nato dall’unione di un pugno di fanatici in qualche parte del Medio Oriente. In realtà è anche una nostra creatura, un bubbone che si è creato su un organismo malato e indebolito, come lo è oggi l’Occidente.  Nel 1917, un filosofo tedesco, Oswald Spengler pubblicò “Il tramonto dell’Occidente” dove sosteneva che tutte le civiltà attraversano un ciclo naturale di sviluppo, fioritura e decadenza, e che l'Europa, vittima di un angusto materialismo, del caos urbano e succube di un industrialismo forzato, si trovava nell'ultimo stadio: l'inverno di un mondo che aveva conosciuto stagioni più fruttuose. L'Europa, a meno di riuscire a purificarsi e ripristinare i suoi valori spirituali e il suo ceppo originario, sarebbe caduta preda di politiche selvagge e di guerre di annientamento. Questo messaggio risuona tuttora profetico. Tutto ciò che succede sotto ai nostri occhi ci costringe a rivedere quei valori spirituali che l’occidente ha portati nella storia del mondo: democrazia, diritti civili, diritti delle donne, libertà di pensiero e di opinione, integrazione, gestione dello Stato in modo equo e giusto fra tutte le classi sociali, ricerca della felicità, potere al servizio dei cittadini, suffragio universale, laicità dello Stato, indipendenza di tutte le religioni, ecc. Furono i Greci  a generare il concetto stesso della democrazia e Pericle, leader della democrazia ateniese, era orgoglioso della costituzione democratica e della sua originalità, unica forma politica capace di coniugare la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. La democrazia è “idealmente” una grande scuola, un vero e proprio sistema di città educante, permanentemente attiva, capace di accrescere e nobilitare le qualità morali dei cittadini. Purtroppo, arrivati al terzo millennio, possiamo constatare che le nostre qualità morali non sembrano così accresciute alla luce della corruzione vigente nello Stato, della manipolazione dei cibi e dell’agricoltura, degli scandali finanziari delle industrie automobilistiche, farmaceutiche, belliche, calcistiche per citare quelli più valorizzati dai media. Sembra che l’Occidente non abbia saputo custodire adeguatamente i suoi valori più importanti, perdendosi nella globalizzazione, nell’ industrializzazione sfrenata, incentrata più sulla produzione e il consumo che sulla qualità dell’Essere. Per forza!  Abbiamo delegato la missione di democratizzazione nelle mani di oligarchie politiche che, anziché mettersi  al servizio dei cittadini, la utilizzano in maniera camuffata per esercitare maggiore controllo su di noi. Dobbiamo prenderne atto, è iniziato un processo di decadenza, il “tramonto” annunciato da Spengler, che si evince anche nella perdita del Sacro e nella conseguente spasmodica ricerca di una trascendenza che si esaurisce nell’abuso di droghe, alcool, tabacco o altre forme di dipendenza. L’Occidente ha tradito il suo scopo e, indebolito e ammalato, ha lasciato spazio a virus pericolosi, esattamente come lo fa un sistema immunitario indebolito da eccessi di ogni genere. Ora deve prendere atto degli stigma della sua auto-defezione e cercare di riprendersi. Il fanatismo aberrante dell’ISIS è l’incubo che ci deve destare dall’anestesia in cui siamo sprofondati. Ci spinge a trovare nuove regole morali che diano uno scopo alla nostra vita e un nuovo senso di appartenenza alla cultura e alla società. Ci impone il ritorno alla sacralità del nostro Essere e a quella della Natura, alla solidarietà sociale, alla libertà di scelta. Il processo di democrazia che abbiamo installato è ancora giovane e imperfetto, e necessita di una continua crescita e maturazione ma soprattutto di maggiore consapevolezza e responsabilità da parte di tutti. Non sono i terroristi che dobbiamo temere, ma le nostre zone fragili che permettono a tali fenomeni di prodursi e di minacciare le nostre più belle conquiste. Dobbiamo altresì temere i focolai di intolleranza e di radicalismi che noi stessi generiamo, sotto il giogo della paura. Diceva John Kennedy :«Puoi anche non occuparti di politica, la politica si occuperà comunque di te». Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Per perfezionare questo lungo processo verso la libertà dei popoli, è importante riprendere le nostre sorti in mano e che i cittadini partecipino attivamente alla Polis, senza cedere ai ricatti economici e politici. Il cambiamento oggi deve essere orizzontale, ci coinvolge tutti, ci chiama a fare un salto che non dobbiamo più delegare ad altri.

Vogliamo veramente perdere tutto ciò per cui abbiamo lottato nel corso dei secoli, oppure tornare indietro ad alcune forme di oscurantismo di cui vediamo agitarsi i fantasmi?
Vi lascio con questa domanda e ci auguro un Ritorno della Luce, nella Luce e per la Luce, in maniera sempre propositiva e ottimistica.

 
Marie Noelle Urech
Viriditas

martedì 19 agosto 2014

ED ECCO IL PROGETTO !




ECCO IL NUOVO PROGETTO, 



FINALMENTE CONCRETO:



da ora in poi questo blog entra nel


 PROGETTO TERRA FRANCA